Telegram questione di sicurezza
È degli ultimi giorni la notizia dell’arresto di Pavel Durov, fondatore della piattaforma di messaggistica Telegram., l’accusa è quella di complicità in attività criminali. Al momento Durov è libero di muoversi sul suolo francese, dopo deposito di una cauzione da 5 milioni di euro, in attesa di ulteriori sviluppi delle indagini.
Molti si sono chiesti la motivazione del diverso trattamento riservato a Telegram rispetto ad altre piattaforme che ugualmente posso essere veicolo di reati, come ad esempio la miriade di truffe che l’algoritmo di Facebook (Messenger) non riesce a controllare.
Quello su cui fanno leva le autorità francesi è in effetti l’ipotesi che Telegram posso conoscere l’utilizzo fraudolento dei propri mezzi. La spiegazione tecnica è che, a ben vedere, la piattaforma ritenuta ad alta sicurezza di privacy, non lo è affatto.
La crittografia dei dati infatti è di base non attiva se non si abilitano le chat segrete, inoltre i dati degli utenti vengono archiviati in chiaro sui server per cui il gestore potrebbe in teoria leggere gli stessi.
Al contrario le altre piattaforme abilitano a prescindere la crittografia delle conversazioni per cui le stesse risultano inaccessibili al fornitore del servizio.
Da questo si ipotizza che Telegram sia a conoscenza delle attività illegali, non le blocchi e non fornisca supporto alle autorità volontariamente.
Oltre ai dati scambiati, Telegram conserva anche i metadati, ovvero le informazioni sulle attività degli utenti (dati di connessione, contatti, attività, ecc.), non è ben chiaro per quanto tempo.
Le altre piattaforme inoltre dichiarano esplicitamente che tipo di dati possono fornire alle autorità giudiziarie.
Ad esempio Apple dichiara inaccessibili le conversazioni di iMessage ma rende disponibili una serie di informazioni quali registrazione di dispositivi, archivi del servizio clienti, transazioni presso gli Apple Store e varie altre cose.
Vedremo come si evolveranno le indagini, personalmente ritengo abbastanza pretestuosa la cosa, le altre piattaforme si manlevano da problemi cifrando tutto ma non è affatto vero che non veicolino reati, purtroppo il confine tra la tutela della sicurezza e la negazione della libertà di parola è molto sottile, probabilmente il rifiuto di fornire dati alle autorità ha fatto ritenere erroneamente Telegram una piattaforma sicura e non censurata, di conseguenza gli argomenti trattati potrebbero non essere graditi a qualcuno che sta facendo leva su questa anomalia tecnica per bloccare tutto.
Se qualcuno commette un reato noleggiando un’auto non è certamente inibendo il noleggio che si risolve il problema, tra l’altro la storia di tecnica di internet dimostra che ogni qualvolta si è tentato di mettere delle regole tappando un buco se ne sono aperti tanti altri.
Ultima nota personale, visto che il principale mezzo di accesso al deep web, luogo per antonomasia sede delle peggiori attività criminali, è Tor Browser, gestito dal Tor Project, un’organizzazione senza scopo di lucro con sede negli Stati Uniti, come mai lo stesso non viene inibito? La risposta probabilmente risiede nel fatto che l’organizzazione si sostiene attraverso donazioni e finanziamenti da varie fonti, tra cui enti governativi, fondazioni private e contributi individuali.